A cosa serve un piano di comunicazione?
Il caso della Cantina Tessari di Brognoligo di Monteforte d’Alpone
Avere un piano di comunicazione è la base di qualsiasi attività che desideri svilupparsi, non solo a livello digitale. Ne abbiamo parlato con Sara Lucchi, responsabile della comunicazione per Cantina Tessari.
Una storia familiare
È cominciato tutto nel 1933, quando Antonio Tessari decise di creare la sua cantina. Dopo di lui è arrivato il figlio Aldo, papà degli attuali titolari, che negli anni ‘60 insieme a sua moglie, ha cominciato a espandere l’attività comprando terreni nella zona del Soave classico (zona DOC). Negli anni ‘90 l’azienda è poi passata ai due figli, Antonio e Germano, a cui si è unita nel 2005 Cornelia, la figlia più giovane. Con il tempo sono arrivati ad avere 13 ettari, hanno costruito la cantina nuova, hanno cominciato a sviluppare il lato commerciale in Italia e all’estero e a imbottigliare il vino, che prima si vendeva solo in damigiane. Io sono stata assunta nel 2013 con l’obiettivo di promuovere la cantina e il territorio, sviluppare la cultura dell’ospitalità e la comunicazione.
L’esigenza di un piano di comunicazione
Negli ultimi tempi abbiamo sentito sempre più l’esigenza di avere una persona dedicata alla comunicazione: è un aspetto molto importante e non può essere trascurato. Per relazionarci con il nostro pubblico prediligiamo la forma del racconto: un po’ per il settore in cui operiamo, un po’ per la storia della cantina, è stata la scelta più naturale. Quella di Tessari è una storia di famiglia, una storia di contadini che piano piano sono arrivati a creare un’azienda. C’è tanto da raccontare: il vino è un prodotto che si presta bene allo scopo, basti pensare alle fasi della natura, alla vigna, al territorio, fino ad arrivare alla bottiglia e alle possibilità di degustazione. Tutti temi che senza un piano di comunicazione definito difficilmente riusciremmo a gestire.
La presenza su internet
Essere presenti su Internet è indispensabile: per noi funziona molto la ricerca su Google e da quando abbiamo rinnovato il sito nel 2015 il traffico è aumentato notevolmente. Si tratta di un risultato importante, ma molto lo dobbiamo sicuramente anche al nostro blog. Attraverso questo strumento possiamo scrivere articoli e pubblicare foto che esulano un po’ dal mero prodotto e dall’azienda. Gli argomenti affrontati sono tra i più svariati e questo ci permette di incrementare la visibilità. Il blog funziona, porta pubblico qualificato che poi naviga all’interno delle altre pagine. Come qualsiasi attività, c’è naturalmente bisogno di tempo e attenzione; serve tanta pianificazione.
Comunicare in inglese
I nostri contenuti si alternano spesso tra italiano e inglese. Abbiamo diversi clienti stranieri che sono venuti a trovarci e ci seguono sui social, perciò quando pubblichiamo un post, è importante farci capire anche da loro. Comunicare in lingua straniera è fondamentale non solo per i clienti, ma anche per tutti i distributori sparsi nel mondo. Lo facciamo senz’altro per chi già ci conosce, ma anche per tutti quelli che potenzialmente torneranno a viaggiare in Italia. È bello che tutti capiscano e, lavorando con l’estero, non si potrebbe fare altrimenti. In questo modo riusciamo non solo a comunicare, ma anche a fortificare il rapporto con i partner.
Quali sono le pratiche per una buona comunicazione?
Sicuramente avere un piano di comunicazione, decidere a monte di cosa parlare, stabilire la frequenza di pubblicazione e avere costanza. Un piano mensile mi permette di essere più obiettiva e non fare le cose a caso: pianificare significa pensare in anticipo alle foto da postare su Instagram per avere un feed ordinato e variare gli argomenti su Facebook; insomma, è utile per avere una visione d’insieme.
Influencer marketing
Più si comunica, più ci si fa conoscere. Non basta scrivere dei post sul vino per aumentare le vendite: è un processo in continua evoluzione. Qualche mese fa ho avuto l’idea di contattare un’influencer di Venezia, una ragazza che seguo su Instagram e che spesso fa sponsorizzazioni per hotel. Siccome anche noi abbiamo un agriturismo B&B, il Corte Grisela, abbiamo deciso di invitarla offrendole pernottamento e degustazione. È venuta il 1 febbraio e nel giro delle due settimane successive abbiamo ricevuto tantissime mail, una ventina di prenotazioni e 600 nuovi follower su Instagram. Ha comunicato bene la nostra realtà è per noi è stato molto importante.
La comunicazione in tempi di crisi
Ciò che non deve mai mancare in tempi difficili è senz’altro l’attenzione al cliente. In questo periodo sono nati tanti servizi utili, penso ad esempio all’asporto o alla consegna a domicilio, che dovrebbero proseguire anche dopo la crisi. Purtroppo spesso è difficile reperire informazioni in merito: è qui che un piano di comunicazione può fare la differenza. Coccolare il cliente e farlo sentire importante deve essere il centro di qualsiasi attività.